Io amo il Giappone.
L’ho sempre amato, e credo che l’amerò per sempre.
Certo, questa relazione d’amore fin dall’inizio non l’abbiamo impostata, io e il Giappone, sulla fedeltà, assoluta e incondizionata.
Ammetto dunque di averlo tradito, molte volte, il Giappone, e chissà quante milioni, miliardi di volte il Giappone ha tradito me
Tuttavia, per quanto mi riguarda, si è trattato di infatuazioni, più o meno momentanee.
Perché, l’amore, quello vero, rimane, e non teme il tradimento.
Distacchi, allontanamenti, sempre consensuali e pacifici, ce ne sono stati, eccome. Dei periodi di pausa in cui, io e il Giappone, abbiamo ripensato al nostro rapporto, per rinforzarne la struttura e rinsaldare un legame che si è fatto via via sempre più osmotico.
Ormai, dopo quasi trent’anni di convivenza, posso dire che la nostra è una liaison matura, e nessuna ‘scappatella’ potrà minarne le fondamenta, da qui alla fine.
Da parte mia nessuna gelosia, anzi.
Sono felice, proprio felice, di poter condividere questo amore per il Giappone con un numero sempre crescente di amanti.
D’altronde, il Giappone, la sua cultura, le sue arti, la sua storia, sono così avvincenti, entusiasmanti, che cercare di impedire l’inarrestabile flusso di innamoramento nei confronti di questa civiltà sia un tentativo che muore sul nascere.

Ho conosciuto recentemente uno dei miei rivali d’amore, tra i più agguerriti dei moltissimi con cui sono entrato in contatto.
Si chiama Linda Lercari.
Linda ama il Giappone, lo si percepisce chiaramente leggendo Kaijin. L’ombra di cenere, il suo romanzo pubblicato nel 2018 per i tipi di Idrovolante Edizioni.
Anche il suo amore è sincero, libero dalla ricerca di secondi fini, puro come i sentimenti che animano alcuni dei protagonisti della sua storia, ambientata nel XIV secolo, in epoca Kamakura.
Samurai che uccidono in battaglia e ammiccano nelle ore di ozio. Guerrieri che sublimano lo scontro fisico e, contemporaneamente, si dilettano nella poesia. Uomini, a volte sulla via della misantropia, a volte sensibili come i petali del fiore di ciliegio al vento.
Un segreto anima la storia, che si legge facile, ed è questa una grande qualità di questo libro, strutturato perfettamente per tenere incollato alle pagine il lettore, traghettandolo con ritmo in un susseguirsi di ricordi, scoperte e déjà vu di vario genere.
Linda ha studiato la storia e la cultura del Giappone, è chiaro, si evince leggendo Kaijin. L’ombra di cenere.
Ha voluto, fortemente voluto, collocare la trama che ha inventato nel Paese Dove Sorge Il Sole, suo luogo d’elezione, anche se avrebbe potuto ambientarla in qualsiasi altro luogo e in qualsiasi altro tempo.
Ha scelto però il Giappone, perché anch’ella ha una relazione con quel Paese, anche questo è evidente. Una relazione profonda, elevata, sana come può essere quella che si inscena tra due adulti consenzienti liberi dal pregiudizio.
Ho letto con piacere il tuo libro, Linda, e ho avvertito una certa consonanza tra noi, come se condividessimo lo stesso amante.

Ah dimenticavo, riguardo al segreto che soggiace alla storia, naturalmente l’assassino è il maggiordomo.